Luna era una gattina bianca come una nuvola e con gli occhi blu come il cielo d’estate.
Ogni notte, quando la casa diventava silenziosa e le stelle iniziavano a brillare,
Luna saltava sul tetto e osservava le luci della città che tremolavano come piccole lucciole.
Una sera, mentre seguiva il volo lento di una farfalla notturna, vide qualcosa di strano:
un piccolo cancello arrugginito socchiuso, nascosto tra due siepi. Sembrava chiamarla.
Con passo leggero e curioso, Luna si avvicinò e lo spinse piano con la zampina.
Dietro di esso scoprì un giardino segreto, illuminato dal chiarore della luna piena.
Il giardino era speciale: i fiori brillavano come stelle cadute, e l’erba sussurrava dolcemente con il vento.
Lì, Luna incontrò un piccolo riccio timido, che si nascondeva dietro un sasso,
e un uccellino canterino che cinguettava melodie dolci come una ninna nanna.
All’inizio il riccio era un po’ spaventato, ma quando Luna gli fece un inchino buffo,
iniziò a sorridere anche lui. L’uccellino, invece, svolazzò felice sopra le loro teste,
tracciando cerchi d’argento nel cielo.
Ogni notte, i tre amici si incontravano nel giardino segreto.
Inventavano giochi sempre nuovi: correvano tra i fiori luminosi, ascoltavano le storie
che il vento portava da lontano e cercavano forme buffe nelle nuvole illuminate dalla luna.
E quando l’uccellino cantava, tutto il giardino sembrava danzare insieme a loro.
Quando era il momento di tornare a casa, Luna guardava il cielo un’ultima volta
e salutava i suoi amici con un miagolio dolce.
Poi rientrava dalla finestra, si accucciava nel suo morbido lettino
e chiudeva lentamente gli occhi.
Nel suo cuore brillava la felicità del giardino segreto e delle avventure vissute con i suoi nuovi amici.